lunedì 18 luglio 2016

Tolfa Jazz Festival 2016 “Now! Orleans” – Tolfa 22, 23 e 24 luglio 2016

Intervista al direttore artistico Marcello Rosa

In programma a Tolfa dal 22 al 24 luglio il festival a ingresso gratuito propone musica e attività culturali di vario genere, dalla danza alla fotografia, in una cornice che coinvolge anche aspetti di enogastronomia, artigianato e sport

Il titolo di questa edizione del Tolfa Jazz Festival è “Now! Orleans”, con riferimento a New Orleans e alla tradizione jazzistica?ù

È un’edizione dedicata a New Orleans, ma questo non vuol dire che proponiamo del jazz tradizionale. La parola “Now!” vuole indicare la gratitudine per New Orleans, ma soprattutto una proposta di attualità, contestualizzata nello spirito di New Orleans. La nostra è una maniera di fare popolare e festosa, un aspetto che il jazz ha un po’abbandonato in questi ultimi anni. La vena principale di questa musica fa riferimento a situazioni popolari.

Che atmosfera si respira durante i giorni del festival? Una situazione popolare, con una musica attualizzata. Negli anni Settanta ebbi molti attriti per questi motivi, quando dicevo che l’etimologia della parola “festival” fa riferimento al termine “festa”. Il pubblico in tal senso è fondamentale, Tolfa poi è un posto bellissimo, ideale, né troppo grande né troppo piccolo, a “misura di jazz”, dove il pubblico si può godere appieno i concerti.

Come è costruito il programma? Abbiamo cercato proposte affini a questa idea di attualità, come il concerto di Simone Alessandrini, che vedrà ospite Francesco Bearzatti, un esponente del jazz dei giorni nostri. Poi c’è l’orchestra di Mario Corvini, un ottimo musicista e insegnante, che ha portato a crescere i suoi ragazzi a un livello professionale invidiabile, che faranno un omaggio alla mia musica. Nelle cose che ho fatto ho sempre cercato di essere contemporaneo, né moderno né tradizionale, sull’insegnamento di Duke Ellington, che era a favore di una musica attuale, fruibile giorno per giorno.

Un festival che apre anche a chi si avvicina per la prima volta al jazz? Il jazz non è un’unica cosa. Anche il neofita può venire a Tolfa e trovare un qualcosa di interessante per i suoi gusti. Del resto è questa la funzionalità culturale di un festival. Noi proponiamo indirizzi. Io sono un direttore artistico, ma riesco a mettermi dalla parte del pubblico. Io stesso vado a vedere i concerti e mi diverto o meno, “diverto” nel senso che c’è un qualcosa che mi intriga, mi interessa, mi appassiona e mi fa venire voglia di approfondire.

Negli anni state avendo degli ottimi riscontri. Il festival piace, ha preso piede e se ne parla. Sta crescendo sano, a vista d’occhio, un po’ come un bambino. Non abbiamo contributi particolari, tranne qualche sponsor che ci aiuta e qualcuno che si dà da fare. Otteniamo una realtà valida, che per noi è appagante.

Stai già pensando al futuro? Sì, perché nel marzo del 1967 ho firmato il mio primo lavoro per la radio dal titolo “Il disco di jazz ha cinquant’anni”, perché nel marzo 1917 veniva messo in circolazione il primo disco con la dicitura jass, con la doppia “s”, il famoso Livery Stable Blues della Original Dixieland Jass Band guidata da Nick La Rocca. Questa è la data ufficiale, è chiaro che il jazz è nato prima, ma si è preso il 1917 come riferimento comune. Spero l’anno prossimo di fare qualcosa di attinente al “Il disco di jazz ha cento anni”. È anche il caso di rivalutare Nick La Rocca, siciliano nato a New Orleans, che suonava la tromba e ha codificato i caposaldi del dixieland, con buona pace di chi sostiene il contrario. Ha inventato un linguaggio nuovo. Il jazz è poi diventato quello che sappiamo, ma il primo ad avere il coraggio di proporre un qualcosa di nuovo fu Nick La Rocca.

Tutte le informazioni su Tolfa Jazz: https://tolfajazz.com/

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