mercoledì 30 dicembre 2015

Katharina Weber – Fred Frith – Fredy Studer: “It Rolls” [Intakt Records, 2015]

Katharina Weber (pianoforte), Fred Frith (chitarra) e Fredy Studer (batteria) si danno appuntamento agli Hard Studios di Winterthur, in Svizzera, per dare forma alle undici tracce del loro album “It Rolls”. Si tratta di un lavoro incentrato sulla continua interazione tra i musicisti, che nel terreno fertile della libera improvvisazione mettono a reagire le esperienze maturate nei loro diversi background. Quella che si ascolta è una musica dal carattere sperimentale, stilisticamente lontana da immediati incasellamenti, che sa passare dai movimenti cameristici, prossimi al silenzio, al free più energico e appuntito.

Jukka Perko – Iiro Rantala: “It Takes Two To Tango” [ACT, 2015]

Troviamo del tango, tradizionali finlandesi, brani di Jean Sibelius, di Charles Aznavour e jazz standard nella scaletta di questo lavoro che vede protagonisti Jukka Perko al sax alto e soprano e il pianista Iiro Rantala. Il tutto amalgamato in fase di produzione da Siggi Loch, per un insieme che si basa sulla continua interazione tra i protagonisti, capaci di scambiarsi i primi piani espressivi con estrema scioltezza e pronti nel dirigersi verso territori formali del tutto personali, frutto d’ispirata estemporaneità.

Daniele Sepe: “A note spiegate” [Autoproduzione, 2015]

“A note spiegate” nasce dopo una campagna di autofinanziamento su Musicraiser (www.musicraiser.com), e prende il nome da una serie di dieci incontri didattici tenuti da Daniele Sepe a Napoli, nei locali della casa editrice Intra Moenia, a cavallo tra il 2013 e il 2014. In scaletta troviamo la rilettura di brani provenienti dai repertori di Miles Davis, Frank Zappa, Charles Mingus, passando per Loredana Berté e altri ancora. Sepe, insieme a un nutrito gruppo di musicisti coinvolti nel progetto, mette in mostra la consueta versatilità formale e la sua grande apertura di compasso stilistico, realizzando un lavoro colmo di brillanti spunti creativi.

martedì 29 dicembre 2015

Carlo Nicita Orange Quartet: “Inconsapevolmente” [Music Center, 2015]

Il titolo dell’album fa riferimento all’equilibrio tra la dimensione libera dell’improvvisazione e la rigida applicazione delle regole, due modi di operare attuati in maniera consapevole o meno nelle otto tracce firmate dal flautista Carlo Nicita. A emergere è un particolare impasto timbrico ottenuto con contrabbasso, batteria e chitarra elettrica, in un insieme formalmente vario, dove albergano parentesi free, melodie cantabili, perlopiù esposte dal leader, richiami latin, luminosi momenti dalla forte interazione strumentale e situazioni chiaroscurali e introspettive.

mercoledì 16 dicembre 2015

Thomas Strønen: “Time Is A Blind Guide” [ECM, 2015]

“Time Is A Blind Guide” si compone di soli brani originali scritti da Thomas Strønen, il percussionista norvegese che per l’occasione assembla un nuovo gruppo composto da Kit Downes al pianoforte, Håkon Aase al violino, Ole Morten Vågan al contrabbasso, Lucy Railton al violoncello e, in alcune tracce, da Siv Øyunn Kjenstad e Steinar Mossige alle percussioni aggiunte. Ne deriva un lavoro dal particolare impasto timbrico, che spazia da momenti essenziali e cameristici a reiterati groove d’insieme, e stilisticamente lontano da canoni immediati. Nelle trame compositive di Strønen si innestano le derivazioni del piano trio, l’eleganza classica degli archi e una mutevole trama ritmica capace di richiamare influenze ancestrali. Per lui si tratta di una performance parallela al carattere elettronico del progetto Food, in duo con Iain Ballamy, e rappresenta una prova che ne conferma le camaleontiche capacità espressive.

lunedì 14 dicembre 2015

Massimo De Mattia: “Skin” [Caligola Records, 2015]

Il flautista friulano Massimo De Mattia realizza in “Skin” un progetto dal profondo scavo espressivo, nel quale, con formazioni diverse, dal solo al quartetto, attua una serie di improvvisazioni, registrate nell’arco di sei mesi in luoghi pubblici, ma senza spettatori, nelle abitazioni dei musicisti e in studio. Un doppio album al quale partecipano, tra gli altri, Giorgio Pacorig, Giovanni Maier e Daniele D’Agaro, e dove prende forma un lungo percorso musicale, diviso in otto situazioni formali, fruibili sia separatamente sia in un senso logico d’insieme. De Mattia compie un viaggio di ricerca, moderno e avanguardistico, che non scende a patti con cliché e modalità semplicistiche, spingendo la propria arte in territori nuovi e fascinosamente rischiosi.

venerdì 11 dicembre 2015

Food: “This Is Not A Miracle” [ECM, 2015]

“This Is Not A Miracle” testimonia l’incontro del duo Food, composto da Iain Ballamy, sax ed elettronica, e Thomas Strønen, percussioni ed elettronica, con il chitarrista austriaco Christian Fennesz. Anche quest’ultimo non è nuovo nel percorrere scenari stilistici sperimentali, che in questo episodio, composto da undici tracce firmate da Strønen, convergono in atmosfere ambient, dove i piani sonori, perlopiù sintetici, prendono forma lentamente, a volte quasi a sfiorare l’immobilità. Le melodie, ipnotiche e circolari, evocano mondi immaginari, mentre la tessitura ritmica sembra spesso sospesa nel vuoto, tra pause e piccoli frammenti sonori che si uniscono fino a creare figure concrete. Ne deriva un insieme dalle forti connotazioni di contemporaneità espressiva, tra musica colta e linguaggi moderni. La foto di copertina è di Knut Bry.

giovedì 10 dicembre 2015

Israel Varela Trio feat. Rita Marcotulli: “Invocations” [AlfaMusic, 2015]

C’è Rita Marcotulli nelle vesti di ospite nel nuovo lavoro del batterista Israel Varela, che insieme al suo trio, completato da Angelo Trabucco al pianoforte e Alfredo Paixao al basso, dà forma alle otto tracce di “Invocations”. Concettualmente l’album è un’invocazione a Dio riguardo la guarigione, fisica e spirituale, che nello specifico caso di Varela, leggiamo dalle note di copertina, riguarda le sorti della madre Maria Elena, da tempo in lotta contro il cancro. I brani, quasi tutti firmati dal leader, presentano una fitta tessitura melodica e ritmica, dove si innestano la voce di Varela, i cori di Paola Repele, e una serie di elementi timbrici che ampliano lo spazio espressivo del lavoro, dal suono sintetico del minimoog a quello percussivo del cajon. Le atmosfere sono spesso riflessive e misurate, e nei testi Varela cita passi delle sacre scritture, in una sorta di preghiera rituale, pacata e densa di significati. In chiusura di scaletta troviamo Cuando, la versione spagnola di Quando, il brano di Pino Daniele qui proposto in duo voce-pianoforte da Varela e Rita Marcotulli, in una perfetta sintesi di sensibilità artistica.

mercoledì 9 dicembre 2015

Raf Ferrari 4tet: “Quattro” [Music All, 2015]

“Quattro” è un lavoro concettuale pensato e scritto dal pianista Raf Ferrari, che insieme al suo quartetto, completato da Vito Stano al violoncello, Guerino Rondolone al contrabbasso e Claudio Sbrolli alla batteria, dà forma alle due suite che compongono l’album: “Quattro” e “Le stagioni”. L’idea nasce da un sogno che Ferrari fa da bambino, nel quale gli appare una persona a cui era affezionato che gli mostra il numero quattro, cifra che nel corso del tempo si ripresenterà in diversi contesti, diventando per lui una sorta di ossessione. Il quartetto, rodato da diversi anni di attività, trova nel violoncello e nel pianoforte la principale “voce” espressiva, in un continuo sonoro mutevole, tenuto insieme da melodie cantabili e timbricamente equilibrate. Il lavoro riflette il suo significato nell’ascolto d’insieme, nel quale confluisco intime parentesi di solo pianoforte, movimenti di gruppo dal fraseggio tipicamente jazzistico, pagine di eleganza formale prossime al mondo classico, e un atteggiamento sempre pronto al cambio di scenario espressivo.

martedì 1 dicembre 2015

Enrico Rava Quartet with Guanluca Petrella: “Wild Dance”

«Il gruppo era maturo dal primo giorno che abbiamo suonato insieme, perché composto da musicisti maturi. Il problema è stato solo far coincidere un giorno libero per registrare». Con queste parole, pronunciate durante la puntata di Battiti, Rai Radio3, del 1 ottobre 2015, Enrico Rava introduce “Wild Dance”, il nuovo disco per ECM realizzato con Francesco Diodati alla chitarra, Gabriele Evangelista al contrabbasso, Enrico Morello alla batteria, e con ospite il trombonista Gianluca Petrella. Rava il tempo per registrare, presso lo studio Artesuono di Stefano Amerio, lo ha trovato nel gennaio 2015, dando così forma a una scaletta di quattordici brani, alcuni dei quali ripresi dal suo repertorio, come l’iniziale Diva, e altri di nuova scrittura, ispirati a personaggi, o cose, legati all’attualità, come Space Girl dedicato a Samantha Cristoforetti. «Se facessi sempre le stesse cose mi annoierei, e alla mia età potrei anche non suonare più e andare sulle panchine a dare da mangiare agli uccellini», aggiunge Rava, ma il trombettista ama sorprendersi e sorprendere chi lo ascolta, e “Wild Dance” non fa eccezione. In questo lavoro troviamo la profondità lirica delle melodie, un deciso scavo espressivo e una serie di dinamiche calibrate, realizzate attraverso un attento lavoro sui timbri, a volte pensose e malinconiche, a volte scure e introverse, come quelle di Don’t. L’immagine di copertina è di Jean-Guy Lathuilière.