venerdì 14 dicembre 2012

FRANCO FERGUSON: presenta IMPRORING & AMAZING CONCERTS

La quinta stagione di concerti organizzata a Roma e Viterbo dal collettivo Franco Ferguson continuerà fino al prossimo giugno. Gli appuntamenti, con cadenza mensile, vedranno protagonisti alcuni gruppi italiani che si muovono nell’ambito dell’improvvisazione jazzistica, e avranno come intento quello di creare una rete di connessione attraverso l’incontro tra le varie realtà. Per realizzare questo obiettivo il collettivo romano ha messo in campo le proprie risorse, coinvolgendo alcuni locali particolarmente affini allo spirito del gruppo, come il Forte Fanfulla di via Fanfulla da Lodi, il 30 Formiche di via del Mandrione, entrambi in zona Pigneto, a Roma, e il QB Jazz Club di Viterbo. La rassegna è organizzata sulla base di due tipi di avvenimenti: gli Improring, che vedranno alternarsi sullo stesso palco musicisti di diversa estrazione e provenienza geografica, in formazioni inedite appositamente assemblate; gli Amazing Concerts, nei quali si esibiranno gruppi stabili che si sono formati all’interno dei collettivi (Baap!, Crossroads Quartet, Luz, Monkey Brain Trio, Acre, The Assassins, Mansarda, Mr. Rencore, P.B.B. Special Trio, Mediterranean Collective, Scraps). Novità di questa sessione di concerti è la presenza di gruppi provenienti da altre regioni: Mediterraneo Radicale (Bari, Puglia), Crossroads Improring (Napoli, Campania), El Gallo Rojo (Veneto, Emilia Romagna, Lombardia), Improvvisatore Involontario (Catania, Sicilia), Spazio Zero (Firenze-Livorno-Pisa, Toscana). A questi si aggiungono alcune formazioni che hanno gravitato nell'orbita fergusoniana nel corso degli ultimi cinque anni, o che si sono formate a seguito degli incontri tra musicisti avvenuti durante gli Improring.

More: www.soundcloud.com/franco-ferguson www.facebook.com/franco.ferguson

IL PROGRAMMA (concerti alle ore 22)

19 dicembre - IMPRORINGIN' with LUZ @ Forte Fanfulla 20 dicembre - LUZ + TOMEKA REID @ 30 Formiche 21 dicembre - MONKEY BRAIN TRIO @ QB Jazz Club 23 gennaio - IMPRORINGIN' with ACRE @ Forte Fanfulla 24 gennaio - ACRE @ 30 Formiche 25 gennaio - LUZ @ QB Jazz Club 20 febbraio - IMPRORINGIN' with IMPROVVISATORE INVOLONTARIO @ Forte Fanfulla 21 febbraio - THE ASSASSINS @ 30 Formiche 22 febbraio - MANSARDA @ QB Jazz Club 20 marzo - IMPRORINGIN' with SPAZIOZERO @ Forte Fanfulla 21 marzo - Mr. RENCORE @ 30 Formiche 22 marzo - Mr. RENCORE @ QB Jazz Club 17 aprile - IMPRORINGIN' with GALLO ROJO @ Forte Fanfulla 18 aprile - PBB SPECIAL TRIO @ 30 Formiche 19 aprile - PBB SPECIAL TRIO @ QB Jazz Club 15 maggio - IMPRORINGIN' with MEDITERRANEO RADICALE @ Forte Fanfulla 16 maggio - MEDITERRANEAN COLLECTIVE @ 30 Formiche 17 maggio - MEDITERRANEAN COLLECTIVE @ QB Jazz Club 19 giugno - IMPRORINGIN' with MONKEY BRAIN TRIO @ Forte Fanfulla 20 giugno - MONKEY BRAIN TRIO @ 30 Formiche 21 giugno - SCRAPS @ QB Jazz Club Forte Fanfulla Via Fanfulla da Lodi 5, Roma www.fanfulla.org 30 Formiche Via del Mandrione, Roma info@30formiche.it QB Jazz Club S.P. Cimina, Km 2,500 - Viterbo restaurant.qb@gmail.com

Massimo Zamboni: 30 anni di ortodossia, 29 agosto 2012 (cd+dvd, Upr – Iperspazio – Self)

“30 anni ortodossia” fa riferimento al concerto di Reggio Emilia del 29 agosto 2012, che ha visto protagonisti Massimo Zamboni, Angela Baraldi, Nada, Fatur, Cisco e Giorgio Canali. Un’iniziativa nata dal buon riscontro di pubblico che Zamboni ha ottenuto in alcune date dal vivo nell’estate 2012, nelle quali l’ex componente dei CCCP-CSI ha riproposto i brani d’inizio carriera, che oltre ad averne delineato la cifra stilistica hanno segnato a fuoco un periodo del quale si sente la mancanza, anche dal punto di vista culturale. In questa operazione c’è voglia di guaradarsi alle spalle per cercare di capire come procedere nel futuro, c’è voglia di sentire quelle canzoni cariche di andrenalina e forza espressiva, anche se non c’è la nostalgia fine a se stessa, ma la necessaria consapevolezza delle proprie capacità per liberarsi da questa sorta di apatia che attanaglia il presente. Concetti espressi con chiarezza nei contenuti audio-video: il cd è un album dal vivo apprezzabile sotto diversi aspetti, anche estetici grazie soprattutto alle voci di Nada e Angela Baraldi; nel dvd il concerto diventa film-documentario - per la regia di Paolo Bonfanti e Massimo Corsini - attraverso le parole dei protagonisti e dei filmati che si mescolano alle riprese del live, per sottolineare ulteriormente idee e sensazioni che riemergono dal passato e che per una sera tornano a scrivere la storia, di chi le ha vissute, ma anche di chi ne ha subito le positive conseguenze. E lo fanno in maniera decisa, come nell’iniziale “Emilia paranoica”, partenza obbligata di un percorso rabbioso, tradotto dalla voce della Baraldi, e spigoloso come le chitarre affilate di Zamboni e soci, sempre pronti a non spartirsi un bottino facile, sempre tesi a scattare senza inutili preamboli verso l’obiettivo espressivo. Punk d’autore, si direbbe. Sta di fatto che Giorgio Canali in “Valium Tavor” è un’autentica spina nel fianco, e poi passano in rassegna brani che continuano a mettere i brividi addosso: “Annarella”, “Io sto bene”, la conclusiva “Fuochi nella notte”. C’è Nada ad aggiungere presenza scenica e carattere interpretativo – è splendida in “Miccia”-, c’è Cisco a rendere una collettività che è il vero successo di questo repertorio, e c’è Fatur chiuso in una gabbia che con la sua performance proietta l’immagine di un’attualità strozzata da divieti e restrizioni di ogni genere. L’Emilia è una terra che non nasconde le sconfitte e la sua gente – come del resto la cultura di questo Paese - non conosce mai la resa, e “30 anni ortodossia” sarà solo la terapia di una sera, ma ne è ulteriore prova.

lunedì 10 dicembre 2012

The Somnambulist: Sophia Verloren (Acid Cobra Records, 2012)

Registrato tra l’appennino toscano e Berlino “Sophia Verloren” è il nuovo album dei Somnambulist, una band dalla line-up internazionale capace di mettere in piedi una scaletta con diversi argomenti interessanti, come del resto accadeva nel loro debutto “Moda Borderline” del 2010. Tra le frecce del loro arco comunicativo c’è la capacità di cambiare ambientazione sonora, che si sposta dalle trame sinistre di “Dried Fireflies Dust” ai movimenti paranoici dell’iniziale “My Own Paranormal Activity”, ai lineamenti più morbidi e commestibili di “Logsailor”. Il tutto mantiene una positiva tensione di fondo che si sviluppa tra la voce di Marco Bianciardi, cavernosa e ruvida quanto basta, il violino di Rafael Bord – essenziale nel comporre la cifra stilistica del gruppo - e un coinvolgente intreccio chitarra-sezione ritmica che non molla mai la presa. Si tratta di canzoni curate nel dettaglio, ma non ampollose, in grado di mantenere una certa immediatezza esecutiva senza perdere mai di mira il nocciolo della questione espressiva, che trova in “A Daisy Field” anche il tempo di aprirsi a timbri più solari e distesi, grazie anche alla voce ospite di Albertine Sarges. Intrigante.

Shijo X: …If a Night (Bombanella Records, 2012)

“…If a Night” è il secondo lavoro in studio degli abruzzesi Shijo X, realtà che si era fatta notare per la partecipazione all'Italia Love Wave Festival 2011 e per il buon debutto “One Minute Before” del 2009. La loro è una cifra stilistica individuabile in ambito trip-hop, una sorta di via di mezzo tra Portishead e Moloko, che trova nella voce di Laura Sinigaglia il motivo di principale riconoscimento. Un timbro gentile e accattivante il suo, che si adagia su un intreccio rock-electro mutevole, in grado di argomentare situazioni essenziali e momenti di maggiore coinvolgimento ritmico-melodico. L’album sviluppa un’idea concettuale che accompagna l’ascoltatore nelle ore notturne – dalle 2 alle 6 -, attraverso un mondo di sogni e visioni surreali fino al risveglio. È dunque il nero della notte il colore predominante nelle trame di questa band, anche se – a conti fatti – i ragazzi non riescono a sintetizzare uno stile proprio, originale, cosicché per l’intera durata di “…If a Night” sono continui i richiami a realtà già esistenti, a stereotipi che per quanto li si voglia mascherare portano sempre allo stesso punto di partenza: Bristol.

venerdì 7 dicembre 2012

Roquetin: Roquentin (Twelve Records, 2012)

Dietro la sigla Roquentin si cela la figura del cantautore Nico Di Florio, già conosciuto in ambito underground per i testi dei Sunflower, che in questo progetto solista si ispira al romanzo “La Nausea” di Jean Paul Satre, dando vita a un album incentrato sull’idea della voglia di perdersi e del procedere senza punti fermi. Le otto tracce in scaletta riflettono un buon songwriting, semplice, ma non semplicistico, dalle diverse chiavi di lettura e stilisticamente vario. Di Florio trova la sua forza espressiva attraverso i testi, che si adagiano su uno sfondo fatto di suoni mai invadenti - che includono chitarra e poche percussioni -, e accenni di intrecci melodici che restano spesso sospesi e che lasciano l’ascoltatore in un limbo di piacevole assuefazione. Tra le cose migliori va messo un asterisco a “La strage dei pretendenti”, per via della leggera tensione tra primo piano vocale e arrangiamento, nel quale intervengono gli archi a creare una maggiore suggestione e avvolgere il tutto in una sorta di atmosfera surreale. La conclusiva “Venite a prendermi” chiude una mezzora di ottima musica, che ha la sola pretesa di comunicare un pensiero originale, che trova momenti di equilibrio melodico raro e che si tiene a distanza dalle soluzioni a presa rapida.

Greenthief: Retribution (Autoproduzione, 2012)

I Greenthief stanno preparando il terreno per il loro album di debutto, auspicato per il 2013, nel migliore dei modi: in tour come supporto degli australiani The Butterfly Effect; il singolo “Vultures” che sta raccogliendo diversi consensi mediatici; l’Ep autoprodotto “Retribution” – a tre anni dal precedente “Annica” - registrato in collaborazione con Steve James. Si tratta di cinque brani che delineano l’attitudine rock-pop di questa band, la quale paga un forte dazio a diverse realtà già esistenti nel panorama internazionale, leggi Placebo nell’iniziale “Sanity” o Muse nella successiva “Salad Days”. Parallelismi evidenti, al confine della citazione, che però si miscelano bene a uno stile personale, non ancora del tutto messo a fuoco, che presenta di fondo un intreccio chitarristico che alterna momenti di calma ad atri di irruenza, e in primo piano la voce di Julian Schweitzer, che a sua volta sa essere sia lieve e carezzovole, ma all’occorrenza piacevolmente ruvida. È probabilmente su questa alternanza di umori che i tre ragazzi potrebbero basare la riuscita del loro full length, anche se per il momento i venticinque minuti proposti servono solo a rimandare qualsiasi considerazione plausibile.

The Mohawk Lodge: Damaged Goods (White Whale Records, 2012)

Dieci brani stipati in mezzora compongono la scaletta del nuovo lavoro in studio dei The Mohawk Lodge, realtà capitanata da Ryder Havdale che in “Damaged Goods” riversa una buona attitudine rock fatta di ritmi incalzanti, riff messi al posto giusto e soluzioni ritmico-melodiche coinvolgenti. Anche in questo episodio Havdale collabora con Eamon McGrath, che lo ha supportato in fase di registrazione, con cori e chitarra. In programma troviamo sia tracce che sanno far battere il piede a tempo, come l’iniziale “Howling at the Moon” – brano fortemente indiziato come principale attrazione nelle live performance -, che rock-ballad dal grande senso di aggregazione, come “Using your Love”. Alternanza di atmosfere che restituisce all’intero lavoro un alto grado di fruibilità, che potrebbe quindi abbracciare chi già conosce lo spessore di Havdale e anche chi si avvicina per la prima volta alla sua band. “Damaged Goods” colpisce nel segno per via dell’ottima capacità di sintesi della band e per e lo stile senza inuitli orpelli costruito attorno a una radice rock autentica, priva di abbellimenti senza senso compiuto. *Il lavoro è disponibile in digitale e anche in versione vinile da 180gr.