lunedì 16 gennaio 2012

Kamikaze Queens: Automatic Life

I Kamikaze Queens sono uno di quei gruppi che si lasciano apprezzare meglio nella dimensione live che su disco, questo perché portano nel loro dna la sacra miscela che unisce un approccio punk alle formalità tipiche del grunge e all’essenzialità di una certa scena post wave. “Automatic Life” traduce queste peculiarità in quattordici brani tirati a mille, salvo poche eccezioni, nei quali fanno bella mostra sia la muscolarità di Nico Lippolis alla batteria che di Lloyd Clark II al basso, le rasoiate chitarristiche di Tex Morton, capace anche di cesellare le melodie al punto da far cambiare atmosfera stilistica ai vari brani, e le voci di Mad Kate e Trinity Sarratt, autentiche mattatrici dell’intera faccenda. L’innesco funziona, soprattutto per quel che riguarda i primi brani in scaletta, tra i quali va segnalata l’ottima “Good Times”, brano dal tiro poderoso, carico di groove e irrimediabilmente epidemico per via del suo gancio ripetuto fino all’ossessione. Esempio lampante di quel che si diceva nell’incipit, in quanto quello tra le mura di casa risulta essere un ascolto limitato, che avrebbe bisogno di sfogare in altre forme, come saltare e cantare insieme a una folla contaminata. La band emana euforia in ogni passaggio, e in alcune situazioni riesce a scendere a patti con un rock ‘n roll di derivazione sessantiana (“Do the Crab”), altro elemento da non trascurare del loro carattere. Cinquanta minuti da cavalcare: avvertite i vicini e iniziate a spostare i mobili.

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